Festival della Complessità: una storia

Il Festival della Complessità nasce nella convinzione che la natura, la vita, i sistemi biologici, le persone siano complessi; che siano complessi i sistemi sociali, le città, i linguaggi, le società. Crescita, sviluppo sono complessi e richiedono relazioni, connessioni e lì dove c’è interdipendenza nascono collaborazioni e integrazioni, ma anche egoismi e conflitti, che richiedono capacità di comprensione. Viviamo immersi nella complessità e comprendere la complessità stimola la ricerca di soluzioni spontanee, inedite.

Queste poche parole, tratte dal trailer di presentazione, racchiudono la storia e l’anima del nostro Festival, che nasce nel 2010 come un festival “tradizionale”.

Le prime due edizioni si tennero nella suggestiva cornice del centro storico di Tarquinia. Il Comune di Tarquinia ci ospitò e sostenne, avemmo importanti patrocini e la seconda edizione ebbe l’Adesione del Presidente della Repubblica.

Fu un’esperienza entusiasmante; decine di conversazioni tenute sotto le stelle in serate d’estate, in piazze e piazzette. Non basta, però, fare le cose giuste, nel modo giusto, nel posto giusto, al momento giusto. Nel caso di un festival serve anche il partner giusto e le elezioni amministrative, tenute a Tarquinia nella primavera del 2012, se lo portarono via.

Senza perderci d’animo organizzammo, con molta fatica e senza mezzi, la terza edizione e a Viterbo e la quarta a Carpineto Romano, dove l’amministrazione comunale ci accolse e sostenne. Eravamo, però, ormai stanchi di vagabondare e di avere a che fare con politici e improbabili sponsor: nel settembre del 2013, come staff, ci trovammo a ragionare sulle nostre difficoltà.

L’unica possibilità era quella di cambiare strada. Noi imboccammo quella di un Festival diffuso e a Km zero.

Eravamo convinti che in questo nostro paese fosse possibile mobilitare e valorizzare un patrimonio capillarmente diffuso di creatività e di risorse civili, scientifiche e culturali centrate sulla complessità e sull’approccio sistemico. Immaginammo un “passa parola” per proporre a persone, associazioni e a chiunque altro era stato coinvolto a vario titolo nel Festival di realizzare degli eventi nelle sua realtà.

Così facemmo: “Carissimi, con questa nostra mail vi informiamo che da questa quinta edizione il Festival della Complessità assumerà il carattere di festival “diffuso e a Km Zero”. Vi invitiamo, pertanto, a valutare la possibilità che voi stessi diate vita, nelle vostre realtà, a eventi da realizzare tra maggio e luglio, così da dar vita a una manifestazione di livello nazionale”.

Avemmo immediatamente molte risposte positive. Ci fu una riunione a Roma. Vi parteciparono “Partner Promotori” da tutta l’Italia. Passeggiate della mente fu il titolo della prima edizione diffusa e a Km zero che ebbe una grande riuscita. La storia prosegue con le successive edizioni: quella del 2024, la quattordicesima, sarà intitolata “La complessità in pratica: vivere, decidere, agire”.

La storia e la vita del Festival della Complessità non sono affidate a uno statuto, un direttivo, un’assemblea né, tanto meno, un presidente o un direttore organizzativo o scientifico. Non ci sono guadagni da dividere, né alcun potere da esercitare, né da difendere. Lo Staff è puro software di collegamento: sostiene e incoraggia eventi centrati sulla complessità e sull’approccio sistemico.

Il Festival è un bene comune. Vive grazie alla fantasia, all’impegno civile e sociale di chi gli dà vita. È un’Araba Fenice che nasce e rinasce ogni anno.